DESCRIZIONE
La valle del Foglia e del Metauro, si apre in una campagna fertile disseminata di case rurali e costellata di alture ricche di insediamenti sparsi e centri storici suggestivi: Barchi, Isola del Piano, Mondavio, Montefelcino, Montemaggiore al Metauro, Orciano di Pesaro, Piagge, Saltara, San Giorgio di Pesaro, Sant'Ippolito, Serrungarina. In questo morbido paesaggio già amato e dipinto da Piero della Francesca e Raffaello, si rincorrono senza sosta macchie del bosco e verdi radure. I castelli, i borghi rurali, le torri, le case coloniche, le belle colombaie, i monasteri, le abbazie, i santuari si alternano come contrappunti musicali, catturando l'animo del visitatore.
Su tutto il territorio c'è stato un vero e proprio rilancio della produzione e del consumo di alcuni cereali “minori” e di legumi quali il farro, il miglio, l’orzo mondo, la lenticchia e la rara cicerchia, prodotti richiesti da un consumatore sempre più attento ai dettami salutisti della dieta mediterranea, vegetariana e macrobiotica. Ci sono ancora antiche varietà di alberi da frutto, compreso qualche vitigno illustre e piante bacchifere, mele, pere, susine, sorbi, nespole germaniche, corniole, prugnoli, olivello spinoso, risorse naturali da cui molti agricoltore traggono prodotti innovativi, di tipo salutista e di alta gastronomia, che creano un mercato di alta qualità. Vecchie varietà ortive di pomodori e fagioli sono ancora gelosamente custodite da alcuni anziani contadini. I genetisti dell'Università di Ancona le stanno studiando per individuarne gli elementi caratterizzanti e reintrodurle sul mercato.
Nella tradizione marchigiana il farro è il protagonista di nutrienti zuppe, piatti tipici dell’entroterra collinare e montano. Il farro prodotto nelle Marche appartiene ad una specie particolarmente pregiata. È il Triticum dicoccum (farro medio o “vero farro”, antesignano del grano duro), anche detto “farro delle Marche”, la qualità più pura dell’antico cereale. La produzione eccellente di queste zone conferma la lunga storia del prodotto, di una eccellente coltivazione sul territorio. Il cereale è infatti ufficialmente annoverato tra i prodotti regionali tradizionali.
Anche il mais è molto legato alla vita rurale marchigiana. In particolare il granturco quarantino nostrano del Maceratese, nelle sue versioni “giallo” o “rosso scuro”, appartiene ad una varietà locale a impollinazione libera tradizionale. Tale pianta pertanto non la si può considerare ibrido, né modificata geneticamente (da qui il termine "nostrano" che le popolazioni locali riservano a tale pianta), come risulta dall'attestato rilasciato dall'Università Cattolica del Sacro Cuore - Facoltà di Agraria di Piacenza - Istituto di Botanica e Genetica Vegetale. Nelle Marche si fa per tradizione anche un grande uso di orzo mondo tostato macinato, spesso anche aromatizzato con semi di anice.